"Pornocidio" di Marco Gonzo e Tersite Rossi (2023)
Dieci casi per l'indagatore del sesso, uno più folle dell'altro. Da oggi in libreria!
- L’ho cercata al telefono, senza trovarla.
- L’ho staccato - dissi.
Bevve un sorso del suo drink. Era sexy.
- Sono anche venuta in ufficio.
- Non ci vado spesso. Così non mi trovano.
Bevve altro Martini.
Io finii il mio whisky e ne ordinai un altro.
- Mi hanno parlato molto bene di lei - disse.
- Si sono sbagliati - risposi.
Eccoci qui, care lettrici e cari lettori, a svelarvi com’è andata a finire con la strana lettera di cui vi abbiamo parlato nel nostro precedente post. E ad annunciarvi, contestualmente, il nostro ritorno in libreria con un’opera molto, molto peculiare (o, per usare un’espressione più volgare e alla moda, “da paura”): “Pornocidio"!
La grande novità l’avete già colta, ben evidente anche nella fantasmagorica copertina di Andrea Canolintas (qui la versione integrale, con quarta e alette): stavolta non siamo soli.
Marco Gonzo
Il collettivo ha trovato un compagno: il misterioso Marco Gonzo. Anzi, meglio sarebbe dire che è Marco Gonzo ad aver trovato noi.
Eravamo appunto rimasti alla lettera con cui ci contattò alla fine dell’estate 2020, affidandoci le dieci storie di quello che oggi è diventato “Pornocidio” (la lettera di Marco Gonzo può anche essere ascoltata dalla voce magnificamente gonzesca di Stefano Detassis, qui sotto).
Quella lettera ci lasciò spiazzati e indecisi. Come ha scritto bene Gonzo medesimo, siamo due perdenti della scrittura (oltre che della vita), ed è capitato solo raramente che qualche aspirante scrittore, più sconfortato degli altri, abbia pensato di mandare a Tersite Rossi il suo manoscritto, sperando così di riuscire a pubblicarlo. In ogni caso, nessuno mai ci aveva detto di tenercelo. E soprattutto, da bravi perdenti, a nessuno mai abbiamo portato fortuna.
Per questo, senza nemmeno leggerle, decidemmo di rispedire le sue storie al mittente. Scrivemmo a Gonzo che non eravamo le persone giuste per lui, per cui declinavamo la richiesta. Solo che il messaggio ci tornò indietro. L’indirizzo email da cui ci aveva scritto era stato disattivato. Gonzo era svanito nel nulla.
A quel punto ci trovammo di fronte a un dilemma etico. Come potevamo cestinare quello scritto senza nemmeno far sapere all’autore che non lo avremmo letto? Così, noi che all’etica abbiamo il vizio d’indulgere spesso, leggemmo.
L’indagatore del sesso
Fu in effetti un’esperienza forte. Non ci siamo mai tirati indietro, quando abbiamo pensato fosse necessario calcare la mano, nei nostri romanzi. L’esplicito non ci ha mai spaventato. Tantomento in fatto di sesso. Solo che la roba di Gonzo va oltre, e ha colpito basso anche i nostri stomaci.
Non ci piacciono le etichette di genere, ma se proprio ne dobbiamo trovare una per le sue storie, allora ci viene in mente “porno-hardboiled” (ammesso che sia un’etichetta esistente ed utilizzabile). È roba che troverebbe la sua collocazione ideale in qualche rivistaccia pulp degli anni Settanta, di quelle che oggi purtroppo non si fanno più.
Il protagonista, l’investigatore privato Marco Gonzo - un misto in salsa ossessivamente sessuale tra il Chinaski di Bukowski, il Marlowe di Chandler e il Dylan Dog di Sclavi - ama il whisky e odia i suoi clienti. Specialmente da quando gli affidano solo casi di sesso malato, depravato, deviato. Lui vorrebbe soltanto bere in pace. Ma il whisky costa e quindi gli tocca lavorare. Si trasforma così nell’indagatore del sesso, infallibile (o quasi) coi criminali, fallimentare nella vita.
I casi da risolvere, le indagini, le loro risoluzioni, la femme fatale, la donna amata, i criminali, i loro piani, gli sbirri corrotti, i borghesi insospettabili, le loro brame, i bar, le ville, i bassifondi, la città senza nome in cui le vicende sono ambientate, il sesso, soprattutto il sesso: nelle storie di Gonzo, una più folle dell’altra, tutto è eccessivo, macchiettistico, surreale. Ironia e autoironia sono sparse ovunque. Il grottesco e il tragicomico spuntano quando meno li si aspetta. I personaggi, gli ambienti e le vicende non sono altro che una beffarda caricatura del genere letterario da cui originano. Tutto è dissacrato e trattato in modo scorretto. Tutto è parodia.
Gonzo non prende sul serio niente, a cominciare da se stesso. Demolisce convenzioni e luoghi comuni, buonisimi e perbenismi. Ci vomita sopra, letteralmente. Nell’asfissiante panorama di santi ed eroi irreprensibili di certa narrativa contemporanea, ci è subito sembrato che la sua blasfemia e la sua scorrettezza potessero avere l’effetto di una provvidenziale boccata d’ossigeno.
Infine, e soprattutto, Gonzo ci è piaciuto perché è un perdente. Uno di quelli veri. Uno che perde con metodo. Uno di quelli che gioca sapendo che la partita è truccata, solo per il gusto di divertirsi e rompere i coglioni a quelli che vinceranno. Gonzo perde anche quando sembra vincere. Gonzo perde perché gioca. Gonzo perde perché rischia. Gonzo perde perché vive. Gonzo perde e ci beve sopra. E bevendo, perde ancora. E lo sa. E lo fa e poi lo rifà. Gonzo è un circolo vizioso. Il circolo vizioso della sconfitta.
Un editore coraggioso
Per tutto questo, ci siamo detti che sì, un editore bisognava provare a trovarglielo davvero.
Non ci è stato necessario intervenire sul suo testo prima di proporlo, e non perché sarebbe rimasto comunque una merda, come ci aveva ammonito lui nella sua lettera, con il consueto atteggiamento provocatorio. Checché ne dica, Gonzo sa scrivere. In modo asciutto, tagliente, affilato. E sa raccontare: con Gonzo il ritmo è garantito e non ci si annoia mai.
Trovare un editore per storie come le sue, però, non era un’impresa facile. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta: la coraggiosa Mariangela Mincione, con la sua casa editrice piccola ma innovativa, divisa a metà tra Roma e Bruxelles, ci ha creduto quanto noi, forse persino di più.
Così “Pornocidio” ha visto la luce, e adesso voi potete gustarvi tutti e dieci i suoi episodi, uno dopo l’altro. Sì, episodi, perché di fatto si tratta di una serie, per quanto dissacrante essa stessa rispetto alle regole del tipico prodotto seriale (di ogni episodio, potete leggere la trama qui).
Chi è Marco Gonzo?
Chiudiamo questo post anticipando la domanda più ovvia e dicendovi subito che è senza risposta. Chi è Marco Gonzo?
Non lo sappiamo, davvero. Senza badare alla sua avvertenza, ammettiamo di aver provato a cercarlo, soprattutto dopo essere riusciti a trovargli un editore. Volevamo dirglielo, complimentarci con lui, chiedergli se era ancora deciso a mollarci tutto, fargli sapere che ci saremmo fatti da parte immediatamente e volentieri, perché il merito è tutto suo.
Ma non l’abbiamo trovato. Non abbiamo il suo stesso fiuto, forse. Abbiamo cercato nelle cronache di questi anni le vicende da lui narrate, e le abbiamo trovate più o meno tutte, più o meno fedeli al modo in cui lui le ha raccontate: anche se sembrano storie incredibili, la cronaca ne è piena, per quanto spariscano velocemente dai riflettori. Però purtroppo non abbiamo trovato lui.
Non sappiamo pertanto se l’investigatore privato celato dietro allo pseudonimo di Marco Gonzo da qualche parte esista davvero. A leggere quello che ci ha scritto lui (“Sono storie vere”) e la sagace citazione di Bukowski che apre la serie (“Il 99% di quello che racconto è reale. Aggiungo un 1% di finzione per renderlo credibile”), verrebbe da dire di sì.
Comunque sia, in qualità di referenti immeritati di questa pubblicazione, non ci resta che augurarvi buona lettura. Perché, se è vero, come dice Gonzo, che il mondo è una grande canaglia dai cui morsi non si sfugge mai, è vero anche, come lo stesso Gonzo ammette, che da qualche parte c’è sempre un barista disposto a versare del whisky. Una metafora per dire che la vita, per quanto dura, ha sempre dei momenti di tregua. Durante i quali un perdente può sentirsi disposto a raccontare le sue sconfitte. E altri perdenti ad ascoltarlo.
Buon divertimento!1
“Pornocidio” può essere acquistato in tutte le librerie digitali e non, come “Amazon” o “Ibs”. Noi vi invitiamo ad acquistarlo su Bookdealer, la piattaforma online delle librerie indipendenti. Oppure, meglio ancora, entrando in una qualsiasi piccola libreria delle vostre città.