Il nuovo Einstein (2)
Una storia che sa di cunicoli spazio-temporali. Instabili
Seconda puntata di cinque
Anno 2113
L’ingresso della Colombo-4000 nel wormhole era ormai questione di pochi minuti.
Al quartier generale dell’agenzia spaziale internazionale, che seguiva a distanza, metro per metro, il movimento dell’astronave, la tensione era palpabile, per quanto tutti fossero certi che ogni cosa sarebbe andata secondo i piani. E Carlo più di chiunque altro.
Il primo viaggio interstellare verso Algoran con civili a bordo stava per arrivare al suo punto di svolta. Dopo aver abbandonato l’atmosfera terrestre, la Colombo-4000 stava per entrare nel cunicolo di attraversamento che l’agenzia spaziale internazionale aveva aperto ormai da un decennio in quel punto dello spazio, fra la Terra e la Luna. Dopo averlo attraversato, con il suo carico di diecimila esseri umani, l’astronave sarebbe sbucata a soli 423.696 chilometri da Algoran, che a quel punto avrebbe raggiunto con appena tre giorni di viaggio, permettendo a quei diecimila fortunati, estratti a sorte tra l’intera popolazione umana, di diventare i primi coloni del nuovo mondo.
- Quaranta secondi al varco - annunciò la torre di comando.
Carlo osservava da uno dei monitor la parabola perfetta dell’astronave, compiaciuto. Non lo chiamavano più il nuovo Einstein, ormai, perché Einstein non era più alla sua altezza. Adesso era semplicemente, e molto più grandiosamente, Carlo Invernizzi. L’uomo che aveva salvato la propria specie dall’estinzione.
- Trenta secondi al varco.
Aveva dovuto studiare duramente e a lungo per riuscire a trovare il modo di far passare attraverso il cunicolo, in tutta sicurezza, una grossa astronave come la Colombo-4000. Non era semplice come far passare le piccole navicelle impiegate dalle varie missioni esploratrici prima e costruttrici poi, che fino a quel momento lo avevano attraversato innumerevoli volte senza alcun problema. D’altra parte, attraversare il wormhole con grosse astronavi era una necessità. Per trasferire su Algoran cinquecento milioni di persone nel poco tempo che ormai restava a disposizione prima che la vita sulla Terra diventasse definitivamente impossibile, servivano per forza di cose mezzi delle dimensioni della Colombo-4000, e in futuro ancora maggiori, in grado di trasportare fino a centomila persone alla volta.
- Venti secondi al varco.
Il problema, con mezzi di quella mole, era la tenuta del guscio sferico di materia esotica. C’era il rischio che collassasse durante l’attraversamento e che il cunicolo a quel punto si chiudesse di colpo. Con il risultato di inghiottire e far sparire per sempre tutto ciò che lo stava attraversando. Era in effetti successo proprio così durante il test eseguito quattro anni prima con la Colombo-3000, un’astronave poco più piccola della Colombo-4000, fatta entrare nel cunicolo senza passeggeri a bordo e mai sbucata al di fuori di esso, svanita nel nulla sotto gli occhi attoniti di Carlo e dei suoi collaboratori.
- Dieci secondi al varco.
Dopo quel fallimento, senza farsene scoraggiare, avevano ripreso a lavorare ancora più alacremente, per riuscire ad aumentare la densità energetica negativa della materia esotica e permettere così al guscio di resistere.
- Cinque secondi.
Alla fine ce l’avevano fatta: la Colombo-4000 aveva già attraversato il cunicolo con successo, un anno prima, viaggiando precauzionalmente senza passeggeri a bordo. Andata e ritorno senza alcun intoppo.
- Tre secondi.
Adesso doveva solo ripetere quella performance. Nulla di più.
- Ingresso nel varco avvenuto.
Carlo trattenne il respiro.
“Non dovrai mai permettere il viaggio”.
Il cuore di Carlo saltò un battito. Non era stata la torre di comando a parlare. La voce che aveva pronunciato quelle parole inattese apparteneva all’uomo senza volto, e aveva risuonato solo nella sua testa.
- Collegamento interrotto! - annunciò la torre di comando. - Collegamento interrotto!
Quelli che seguirono furono momenti frenetici e drammatici, durante i quali Carlo, nonostante il caos che si scatenò al quartier generale, continuò a sentire solo la voce dell’uomo senza volto. Le parole di sempre.
“Non dovrai mai permettere il viaggio”.
Quelle parole antiche, che aveva udito la prima volta quando era un bambino di dieci anni e che da molto tempo non udiva più nemmeno in sogno, erano di colpo tornate a tormentarlo. Come ipnotizzato, Carlo si ritrovò incapace di prestare ascolto a tutti coloro che avevano cominciato ad affollarsi attorno a lui, occhi sbarrati e bocche spalancate, disperati e in attesa spasmodica di indicazioni.
Fu solo quando la voce dell’uomo senza volto finalmente svanì e Carlo si riebbe, che capì con orrore cos’era accaduto.
Il guscio non aveva retto.
Il cunicolo si era chiuso.
L’astronave era svanita nel nulla.
Diecimila persone erano morte.
E il responsabile era lui.
Fine della seconda puntata
La terza verrà pubblicata il 23 novembre 2021