Quarta puntata di sei
“Taken togheter, those paintings can be worth up to half a million pounds”.
Marco lesse il messaggio appena arrivato sul suo telefono e sorrise raggiante. A scrivergli era stato Glenn McGregor, un tizio di Londra di cui poche ore prima gli aveva passato il contatto un amico inglese dell’università, il quale si era sempre vantato di conoscere un certo londinese impegnato in certi traffici di opere d’arte, parecchio lucrosi. A quel McGregor, ammesso che quello fosse il suo vero nome, Marco aveva subito mandato le foto scattate ai quadri di Antonio Marinelli nel palazzo del podestà, durante la visita che il giorno prima gli aveva fatto fare Elisa. Persino lui, che agli esami di arte pittorica se l’era sempre cavata male, aveva intuito che quei dipinti, snobbati da tutti in quel paese d’ignoranti, erano tutt’altro che croste. Lo stile impressionista di Marinelli era straordinariamente originale, unico. Tra Guttuso e Picasso. E aveva qualcosa di estremamente forte, magnetico. Adesso anche il londinese glielo aveva confermato. Tutti insieme, quei dipinti possono valere fino a mezzo milione di sterline, gli aveva scritto.
Poi McGregor gli mandò un nuovo messaggio.
“I can place them easly”.
Poteva piazzarli facilmente.
“Fifty fifty is ok?”.
Metà e metà gli andava bene?
Duecentocinquantamila sterline, pensò Marco mentre il cuore iniziava a battergli forte.
Eccome, se gli andava bene.
- Dai che abbiamo quasi finito - disse Marco a Elisa dopo aver caricato sul furgone un altro gruppo di quadri.
Erano le tre di notte e da circa un’ora i due erano impegnati a fare la spola a piedi tra il palazzo del podestà e il mezzo noleggiato per fare il colpo, parcheggiato nella piazzetta appena fuori dal centro storico.
Convincere Elisa a partecipare era stato facile: le aveva promesso un lungo periodo di viaggi in giro per il mondo, loro due insieme, a vedere posti bellissimi, amandosi follemente. Una bugia pietosa, per una buona causa. La complicità della ragazza gli era indispensabile. Non tanto perché lei aveva la chiave del palazzo, dato che avevano comunque dovuto inscenare lo scasso per non destare sospetti. E nemmeno per sveltire un lavoro che, per quanto lungo, stavano portando a termine nella più totale sicurezza, potendosi muovere indisturbati in una parte del paese completamente disabitata. La complicità di Elisa gli occorreva soprattutto perché, se lui si fosse mosso da solo, lei avrebbe facilmente capito chi era stato a trafugare i quadri, e magari si sarebbe azzardata a parlarne al padre. Adesso invece c’era di mezzo anche lei, e questo l’avrebbe sempre obbligata a tacere. Anche dopo che lui l’avrebbe mollata, appena messe le mani sui soldi. Di cui le avrebbe comunque dato quanto pattuito, ossia ventimila euro. Perché mica glielo aveva detto, a lei, quanto valevano davvero, quei dipinti.
Rientrarono nel palazzo per l’ultimo giro. Erano rimasti i quadri più piccoli, una decina. Con le mani guantate, ne presero un po’ lui e un po’ lei, e poi si avviarono di nuovo verso l’uscita. Fu a quel punto che Marco sussultò, restando impietrito.
- Cosa c’è? - gli chiese Elisa allarmata, dietro di lui.
Attraverso una delle finestre del palazzo, Marco aveva appena visto una sagoma nera, affacciata alla finestra di una delle case di fronte. Se ne stava lì immobile, rivolta verso di loro. Con il mento, la indicò a Elisa.
- È solo Maria - disse lei. - Non preoccuparti, non può vederci.
Eppure, pensò Marco, pareva proprio che quella vecchia li stesse fissando.
- Siamo sicuri? - domandò.
- Sicurissimi - rispose Elisa. - È completamente cieca da quando aveva vent’anni.
Tranquillizzato, Marco deglutì la tensione e riprese ad avanzare.
Caricarono gli ultimi quadri sul furgone e poi partirono in direzione delle colline. Lì si trovava una vecchia baracca abbandonata, appartenuta al nonno di Elisa. Un posto sicuro. Vi avrebbero stipato i dipinti e sarebbero tornati a prenderli due settimane dopo. Il tempo di far montare a dovere il caso. “The news of the theft will increase their value”, gli aveva scritto l’inglese. La notizia del furto avrebbe fatto crescere il loro valore.
- Io vi faccio causa! - urlò Vittoria Adduocchio, furibonda. - Io faccio scoppiare uno scandalo!
Il sindaco Stuto cercava di resistere a quella devastante onda d’urto sonora, ma era impossibile. Se ne stava lì, col telefono in mano, mortificata e in silenzio, come una scolara dopo una grave marachella, brutalmente sgridata dalla maestra.
- Prima avete lasciato passare sei mesi senza riuscire a trovare uno straccio di soluzione per esporre i dipinti di mio marito, e già questo era inaccettabile! E adesso ve li siete addirittura fatti rubare sotto il naso! Siete degli incapaci! Ma io vi faccio causa! Io faccio scoppiare uno scandalo!
- Non faccia così, la prego - pigolò la Stuto, disperata. Sapeva che la Adduocchio, grazie agli agganci di suo fratello, avrebbe potuto fare davvero quello che minacciava. - I carabinieri stanno indagando, e noi stiamo fornendo tutto il supporto necessario...
Ma la vedova aveva già buttato giù.
Lo scandalo scoppiò in pochi giorni. Vittoria Adduocchio fece in effetti causa al Comune, per omissione in atti d’ufficio, e la notizia catturò subito l’attenzione dei giornalisti, non solo a livello locale.
Riferirono che i quadri di Marinelli, pittore completamente snobbato in vita, avevano probabilmente un grosso valore, e che il Comune, del tutto inconsapevole del tesoro ricevuto in dono dalla vedova di Marinelli, li aveva inopinatamente trattati come fossero vecchi cocci, permettendone il furto.
I giornalisti riferirono pure che Vittoria Adduocchio, riponendo evidentemente poca fiducia nell’azione investigativa dei carabinieri, aveva messo in palio una ricompensa di ben diecimila euro per chiunque avesse in qualche modo contribuito al recupero della refurtiva. E fu questo il dettaglio che colpì più degli altri Maria la cecata, quando sentì la notizia al telegiornale.
Diecimila euro. Una bella somma, per una che doveva accontentarsi della magra pensione di invalidità. Una vera e propria tentazione, per una che aveva visto bene in faccia la figlia del segretario comunale e il nipote di Graziella Franceschini, quella notte, mentre portavano via tutti quei quadri. Un vero dilemma, per una che, se andava a parlarne coi carabinieri, incassava sì i diecimila euro della Adduocchio, ma rivelava al tempo stesso di aver truffato per quarant’anni la previdenza sociale, fingendo con grande destrezza una cecità che non aveva mai avuto. Ci vedeva bene, Maria la cecata. Eccome se ci vedeva. Ma non abbastanza per riuscire a vedere la soluzione di quel dilemma.
Fine della quarta puntata
La quinta verrà pubblicata il 24 luglio 2025