"Ventinovecento" della Rinomata Offelleria Briantea (2018)
Un romanzo sugli, degli e per gli anni Novanta, visti all'interno dei confini della città di Monza, che per 145 pagine dense e fitte si fa Italia intera
Quel protagonista che, dopo aver acceso e spento e riacceso la luce della taverna di una seconda casa, trova sempre questi quattro amici intrappolati lì, immobili per sempre, forse imbustati come scimmie, forse mai nati e mai esistiti; confusi, quello è certo. Dalla bamba e da un tempo che non passa mai, e che ritorna sempre uguale ma sempre leggermente diverso, come le automobili di Formula Uno a vederle dal vivo all'Autodromo, che passano e ripassano nello stesso punto senza andare da nessuna parte, colorate e bellissime
Ci sono quattro amici, come i Power Rangers, che hanno un buco grande come Monza città da riempire. E che provano a soffocare, tornando con la mente agli anni Novanta, il decennio in cui erano ragazzi e non c'era necessità di crescere. Un decennio che fornisce loro continui ricordi: il calcio, il wrestling, Pantani, Non è la Rai, il fucile di Kurt Cobain. Ricordi che sono ancore di salvezza per dei giovani adulti degli anni Duemila, che nel nuovo millennio non riescono a nuotare, perché la necessità di crescere ora ce l'hanno bella grossa e trapana il cervello più della cocaina che sniffano, leccano e fumano in quantità che manco dieci stagioni di Narcos. Un'opera di continui salti in avanti e indietro, come tessere di un puzzle generazionale e che gli autori stessi (un collettivo di quattro, manco a dirlo, monzesi) hanno definito “un romanzo di formazione destrutturato”. Un omaggio a un decennio e a milioni di italiani che quel periodo non l'hanno scordato, come una maledizione senza scampo, di cui non si riesce proprio a fare a meno.
Perché leggerlo
Perché gli anni Novanta sono stati il tramonto di un mondo duro e bello come la realtà, e l'anticamera di un contro-mondo alienante come le allucinazioni. Perché si imparano i lemmi di un gergo che da soli valgono il prezzo di copertina. Perché sembra di leggere la Smemoranda ammaccata e gualcita di un'intera generazione. Perché sullo sfondo di non luoghi che ospitano uno sballo continuo si aggirano personaggi epici come Alexi Lalas, Gianfranco D'Angelo e Gaetano Bresci. Perché è l'opera di un collettivo di scrittura.
Dove comprarlo
Su Bookdealer, la piattaforma delle librerie indipendenti. O in una qualsiasi piccola libreria delle nostre città.