Prima puntata di due
Stavo leggendo. Ma in realtà praticamente già dormivo. E non è nemmeno colpa di Joyce e del suo Ulisse. È stata la cena. Pesante, come spesso mi capita in quest’ultimo periodo. Quando torno a casa dal lavoro - niente di faticoso, un lavoro da ufficio come tanti - la trovo sempre pronta. Con Sonia siamo sposati da oltre quindici anni, e la sua abilità in cucina è migliorata col tempo. Da quando poi ha smesso di lavorare - faceva l’insegnante - cucinare è una delle sue attività preferite, insieme allo shopping e ai viaggi. Da un po’ di tempo a questa parte ha iniziato a darsi parecchio da fare con fritture, panature e dolciumi vari, e io sono la sua cavia. Si fa per dire, perché è sempre tutto squisito, e io lo divoro con piacere. Poi, dopo cena, lei in genere si mette davanti al computer per acquistare online svariati accessori, mobilio vintage, borse, vestiti e tutto quanto non le serva in alcun modo, se non a spendere soldi. D’altra parte, problemi di finanze non ne abbiamo. Niente figli a far lievitare le spese: li abbiamo cercati tardi e non sono arrivati. I genitori di Sonia, poi, sono morti da poco, prima il padre e poi la madre, in una triste e rapida sequenza, e lei, da figlia unica, ha ereditato tutto, e non è poco. Si è potuta licenziare e ha iniziato a coltivare le sue passioni. Io, da parte mia, mi accontento di molto meno. O meglio, sono appassionato di cose che hanno, modestamente, un valore assai superiore alle passioni di mia moglie, ma non costano così tanto: i libri.
Stavo leggendo Joyce. Ero seduto in poltrona, nel mio studio, al secondo piano della grande casa che abbiamo ristrutturato qualche anno fa, in questo piccolo borgo tra le colline, spendendo un patrimonio. La palpebra aveva iniziato a calarmi da qualche minuto, ma io avevo cercato di avanzare comunque nella lettura, imperterrito, perché voglio vincere la sfida con me stesso e in capo a un paio di mesi al massimo arrivare a terminare il capolavoro del grande irlandese. Tuttavia, arrivato al punto in cui il protagonista, Bloom, si masturba dietro una roccia dopo aver spiato una ragazza sulla spiaggia, si può dire che stessi già dormendo. Cosa alquanto strana, perché un erotomane come me, in genere, resta ben sveglio di fronte a certi contenuti. Ma la cena è stata davvero troppo pesante, e non c’è stato proprio modo di evitare l’oblio.
A destarmi sono stati i rumori. Penso che fossero cominciati già da un bel pezzo e che, nello stato di dormiveglia, non li abbia subito percepiti in modo cosciente. Sulle prime, non ho colto l’anomalia della situazione. I rumori provengono dalla cucina. Sono del tutto ordinari, tipici di una qualsiasi cucina. Piatti, stoviglie, acqua corrente. Così, quello che ho fatto è stato riprendere la lettura, senza dare loro alcuna importanza. Scherzi di una coscienza ancora scarsamente vigile a causa del sonno terminato da poco. Mi ci è voluto qualche istante ulteriore, mentre i rumori proseguivano, per arrivare finalmente a chiedermi chi diamine si trovi nella mia cucina in questo momento.
Di sicuro non Sonia, visto che è partita per Berlino questa mattina. L’ho accompagnata in aeroporto io stesso. Starà via una settimana. È andata a trovare una sua amica, che vive in in certo quartiere alla moda della capitale tedesca, dove si possono fare acquisti fantastici, a detta di mia moglie. Prima della partenza, proprio in cucina ha trascorso la maggior parte del suo tempo, lasciandomi un sacco di pasti pronti, come quello lauto che ho consumato questa sera, appesantendomi oltremodo.
Non sono stati solo i fritti e i dolci ad appesantirmi, a dire il vero. Ci ho dato dentro anche con l’alcol. Mezza bottiglia di un eccellente bianco dell’Alto Adige e pure un bel bicchierino di amaro alle erbe, quello comprato in occasione del nostro ultimo viaggio in Francia. Non vorrei che mi si franitendesse, però: non sono uno che in genere alza il gomito. Mi piace bere bene, questo sì. Ma senza mai esagerare. Sono finiti da un pezzo i tempi delle sbronze giovanili, anche perché qualche problemuccio di salute - colon irritabile e gastrite - si è manifestato alla soglia dei quarant’anni e mi ha indotto a moderare ulteriormente le mie abitudini in fatto di alcol. Stasera, però, me ne sono infischiato delle magagne intestinali e ho bevuto assai più del solito, forse perché senza Sonia mi sono sentito solo, o all’opposto perché volevo festeggiare l’uscita dal consueto menage matrimoniale.
Forse è proprio l’alcol ad alterare le mie percezioni uditive. Forse mi sono immaginato tutto. Tendo l’orecchio. No, i rumori ci sono eccome, stanno persino crescendo d’intensità. E peraltro io adesso, dopo la dormita, non mi sento affatto sbronzo.
Fine della prima puntata
La seconda verrà pubblicata il 26 ottobre 2021