"Perturbamento" di Thomas Bernhard (1967)
Un romanzo che denuncia la vacuita e la nullità dell'esistenza brutale e ottusa
Ognuno di noi ha dei periodi piuttosto lunghi in cui in verità non esiste, e fa soltanto finta di esistere
Un medico condotto della Stiria, accompagnato dal figlio, fa un giro di visite: insieme a loro, dalla prima frase fin oltre l’ultima, siamo presi in un «perturbamento» che avvolge tutto come uno scirocco metafisico (dalla quarta di copertina).
Perché leggerlo
Perché è un viaggio a capofitto, senza respiro, nel disagio esistenziale, in quel perturbamento del titolo che somiglia alla follia, ma non lo è, e anzi appare, in certi momenti, lucidità assoluta, abbagliante, eccessiva, insostenibile, in un mondo in cui i cosiddetti sani di mente sono i primi a essere malati (“anche se questo mondo pretendeva e fingeva di essere sano, era pur sempre un mondo malato”). Perché la penna di Bernhard colpisce con la forza di una mazza chiodata tutti gli integrati, i perbenisti, i moralisti, i benpensanti, i conformisti, gli attuali, denunciando la vacuità e la nullità dell’esistenza, tanto più vacua e nulla quanto più artefatta e ipocrita, e infine brutale, volgare, ottusa benché si creda importante (“mentre le persone di buona intelligenza camminano con noncuranza, spesso anzi con assoluta noncuranza, l’uomo vile e volgare cammina con un passo da persona importante”). Perché, proprio nell’istante in cui tutto, della narrazione, lascia intendere che non ci sia nulla di meglio della fine, della tenebra, della dissoluzione, l’autore apre uno spiraglio: “La vita è sempre faticosa, e il piacere consiste nel sopportarla con raziocinio”; “questa è la più perfetta delle magie: trovarsi insieme in un momento in cui l’esistenza è sopportabile”.
Dove comprarlo
Su Bookdealer, la piattaforma delle librerie indipendenti, non c’è, ed è un peccato. Ordinatelo in una qualsiasi piccola libreria delle nostre città.
Bernhard bisognerebbe studiarlo tutto... Gli austriaci l'odiavano perché diceva la verità
L'ho letto più dieci anni fa e sono ancora perturbato...