L'escursione (1)
Una storia che sa di genitori opprimenti e predatori in agguato
Prima puntata di due
La scuola era terminata da una settimana e a Matteo pareva già un ricordo lontano, appartenente a un’altra epoca e persino a un altro luogo. Per lui, un ragazzo di quindici anni schivo e riservato, cui non interessavano né i motori né le ragazze, estate significava soprattutto montagna. Da sempre.
Il padre, appassionato escursionista, lo portava sulle cime fin da quando era piccolo. A Matteo pareva di respirare meglio, in quota. Quell’aria fresca e limpida gli permetteva all’istante di mettersi alle spalle tutte le insicurezze che a valle lo bloccavano, mentre lassù poteva sgambare libero tra distese enormi e viste infinite, guardando, una volta tanto, tutto e tutti dall’alto in basso.
Sempre più impegnato a far carriera sul lavoro, da qualche tempo il padre era stato rimpiazzato nel ruolo di primo compagno d’escursione da Luca, l’amico fraterno di Matteo. A lui la cosa non dispiaceva: Luca non era esperto quanto il padre, ma senza dubbio era più divertente. Estroverso, sicuro di sé, sempre brillante, Luca era l’opposto di Matteo, ed era per questo che i due si piacevano. E poi Luca, in fatto di esperienza escursionistica, mica difettava: figlio di un guardaboschi, in montagna sapeva bene come muoversi, senz’altro meglio di Matteo, che aveva sempre lasciato al padre il compito di decidere itinerari e tempistiche delle escursioni, così come nella vita aveva sempre lasciato agli altri il compito di decidere per sé riguardo a qualunque cosa.
Il problema era che stavolta Luca, a poche ore dalla partenza per la loro prima escursione estiva, gli aveva dato buca. Lo aveva avvisato con un breve messaggio. “Ciao Matteo, mia mamma stasera è caduta e si è fatta male. Domani non posso venire. Mi spiace”.
E questo dopo che Matteo, qualche giorno prima, aveva litigato di brutto proprio col padre, che lo aveva accusato di essere un ragazzo svogliato e indolente, appena passato da una pagella tristemente anonima (tutti sei tranne il sette in italiano, materia che il padre, dall’alto della sua formazione scientifica, considerava di scarsa importanza) al nulla delle vuote e infinite giornate estive. “Io alla tua età facevo lavoretti d’ogni tipo, d’estate”, lo aveva rimproverato. “Tu invece cosa combini tutto il giorno? Se non ti ci porto io, non vai più nemmeno in montagna!”. A difenderlo, come sempre, era intervenuta la madre, facendo notare al marito che Matteo non aveva alcun bisogno di lavorare, e che in montagna era giusto meglio se non ci andava, visto che ormai era diventato un posto dove, tra orsi e lupi, si rischiava la vita. Il litigio tra padre e figlio si era quindi rapidamente trasformato in un litigio tra moglie e marito, e Matteo, affranto, aveva finito col detestarli entrambi.
Ecco perché aveva deciso, per una volta senza tentennamenti, che sull’Ertissimo ci sarebbe andato comunque, anche senza Luca. Così forse lo avrebbero capito, una buona volta, sia il padre sia la madre, che lui aveva ormai quindici anni e sapeva cavarsela benissimo senza di loro, in montagna e pure altrove. O almeno così sperava.
Quella mattina, quindi, era uscito di casa molto presto, deciso e determinato. Aveva preso l’autobus per raggiungere il punto d’attacco, era sceso dal mezzo un’ora dopo e finalmente aveva iniziato a camminare.
La giornata era splendida. Matteo aveva percorso tante volte quel sentiero, lo conosceva bene e si sentiva sicuro. Partito a quota novecento metri, era ormai arrivato a millecinquecento e gliene mancavano solo ottocento per raggiungere la cima.
Come sempre, l’aria di montagna gli stava facendo bene. I pensieri si erano fatti più leggeri, tutto gli appariva nitido, chiaro, comprensibile. Le stupide preoccupazioni, i litigi e tutto quanto fosse legato al mondo giù a valle ora gli sembrava distante, piccolo, insignificante.
Arrivò al pianoro dove si trovava la malga dei Zoratti e fu accolto dallo scampanio di decine e decine di mucche. Era un posto magnifico, dove ci si sentiva in pace col mondo.
Matteo sorrise al pensiero degli sciocchi timori della madre, una donna spaventata da tutto. Gli ultimi arrivati nella lunga lista dei suoi spauracchi erano gli orsi e i lupi, tornati su quelle montagne da poco, dopo molti decenni di assenza. L’anno prima un branco di lupi aveva sbranato qualche vitello proprio lì, alla malga dei Zoratti, mentre l’orso era stato avvistato nei boschi circostanti decine di volte.
A Matteo quelle presenze, d’istinto, avevano suscitato curiosità e simpatia. Forse perché portavano diversità e rottura in un mondo che gli era sempre apparso fin troppo noioso e uguale a se stesso; o forse perché, fin da piccolo, si era sempre trovato meglio con gli animali che con le persone; o forse ancora perché “Zanna Bianca” di Jack London era stato il primo romanzo che aveva letto e ce l’aveva sempre ben impresso nella mente e nel cuore.
Sua madre, invece, era terrorizzata, specialmente da quando un’orsa, quella primavera, aveva reagito spaventata all’incontro improvviso e ravvicinato con un ragazzo che correva lungo un sentiero e purtroppo, sentendosi in pericolo, l’aveva aggredito, uccidendolo.
Anche Matteo, a dire il vero, era rimasto molto turbato da quell’episodio. A caldo aveva persino pensato, vittima della psicosi collettiva che ne era seguita, alimentata da media in cerca di clic e politici in cerca di voti, di rinunciare per sempre alle escursioni in montagna. Poi però il padre lo aveva tranquillizzato, spiegandogli come comportarsi per evitare di ritrovarsi improvvisamente al cospetto di un orso, che attacca l’uomo solo se si sente minacciato, e come reagire nel caso in cui l’incontro ravvicinato malauguratamente avvenga. “E i lupi?”, gli aveva chiesto il figlio. “Quelli l’uomo non l'attaccano, ne hanno troppa paura”, gli aveva risposto il padre, anche se Matteo, proprio per aver letto “Zanna Bianca”, sapeva che in casi eccezionali poteva invece accadere. “Che ne sai tu?”, era intervenuta a quel punto la madre, dando il via al loro ennesimo litigio.
Perciò il ragazzo, quella mattina, si era ben guardato dal dire ai genitori che Luca non c’era e che lui sull’Ertissimo ci andava da solo. La madre non glielo avrebbe mai permesso. E forse nemmeno il padre.
Fine della prima puntata
La seconda verrà pubblicata il 7 marzo 2024
Attendiamo la seconda!!!
Fuga estiva da casa, mi ha fatto tornare in mente quell'età...