Prima puntata di due
Non seppe dire se quello di lei era stato davvero un sorriso. I suoi occhi sì, quelli gli avevano sorriso, ne era sicuro. Ma la bocca? Chissà. Lei aveva la mascherina e a lui fu impossibile dirlo.
Viaggiavano sullo stesso treno. Lui al solito posto, quello vicino alla porta. Lei un paio di file più avanti, seduta di fronte. Era il primo mese di pandemia. Sui mezzi pubblici già si viaggiava, chi poteva/doveva viaggiare, distanziati e mascherati. Ovunque, bisognava restare distanziati e mascherati. Ma stavolta nessuno era stato colto di sorpresa. Stavolta, distanziamento sociale e mascherine erano stati presi come quando d’inverno torna il freddo: non ti piace, ma sai che prima o poi doveva succedere. Gli scienziati lo avevano detto.
Erano passati appena tre anni da quando era scoppiata la pandemia precedente, nel 2020. Il vaccino aveva prodotto i suoi effetti, e da qualche tempo il numero dei malati nel mondo era calato drasticamente. Era stato a quel punto che il nuovo virus era comparso, a quanto pareva ancora più contagioso del precedente. E tutto era ricominciato daccapo.
Lui aveva alzato lo sguardo e lei gli aveva sorriso. L’aveva notata subito, appena era salita su quel treno, per quanto si possa notare qualcuno mascherato, a debita distanza. Aveva avuto l’impressione, però, che lei non avesse notato lui. Sapeva di non essere un tipo attraente, tutt’altro: era bruttino, per non dire brutto. Non aveva ancora deciso, tuttavia, se la mascherina fosse, da quel punto di vista, un male o un bene: lo rendeva ancora più brutto oppure celava in parte la sua bruttezza? Fatto sta che lei, mentre il treno sferragliava verso la città, lo aveva notato, e gli aveva sorriso addirittura.
Lui reagì confuso, senza capire. Stava leggendo una raccolta di racconti di Carver. Era così preso dalla lettura che quasi si stava dimenticando di fare ciò che sempre faceva quando gli capitava a tiro una bella ragazza: alzare lo sguardo, ogni tanto, per gettare un’occhiata fugace. Fin dai tempi del liceo, le belle ragazze lui le aveva guardate sempre e solo da lontano, anche quando non c’erano pandemie a renderlo obbligatorio.
Dopo un lungo istante, lei distolse lo sguardo, allungò una mano nella borsetta, trovò quello che cercava, lo tirò fuori e alla fine lui capì il motivo di quel sorriso: anche lei leggeva lo stesso libro. A quel punto, arrossendo, sorrise anche lui di rimando, dietro la mascherina, cercando di farlo più con gli occhi che con la bocca, in modo che lei potesse accorgersene. E poi, timido, tornò a leggere.
Ogni tanto, incapace di resistere alla tentazione, rialzava lo sguardo su di lei, col cuore che aveva preso a battergli forte e non voleva saperne di decelerare. Pure lei leggeva, chissà quale racconto, chissà se più avanti o più indietro di lui nella lettura. E pure lei, ogni tanto, alzava lo sguardo su di lui.
Poi il viaggio, per lei, terminò. Era arrivata la sua fermata. Rimise il libro nella borsetta e si alzò per scendere. Prima, però, scrisse rapida su un bigliettino e lo lasciò sul sedile. Poi guardò verso di lui, un’ultima volta, come per sincerarsi che avesse notato il suo gesto. Infine scomparve.
Lui scese alla fermata successiva. Non prima, però, di aver recuperato il biglietto. Vi lesse un numero e una frase. Il numero era quello di un cellulare. “Siamo tutti nient’altro che principianti, in fatto d’amore”, era la frase. Una citazione di Carver.
Per tutto il giorno, fu incerto se chiamarla o più semplicemente scriverle, e se farlo quella sera stessa o l’indomani. In un impulso di codardia, eccessivo persino per lui, aveva vagliato anche l’ipotesi di non contattarla affatto, ma poi si era detto che non poteva farlo perché altrimenti non sarebbe più riuscito a guardarsi allo specchio.
Chiamarla quella sera stessa era l’opzione più ardita. Scriverle l’indomani, quella meno. Decise di optare per la via di mezzo, ma si accorse che in realtà erano due: scriverle quella sera stessa oppure chiamarla l’indomani? Scriverle quella sera stessa gli parve la via di mezzo più simile a una via di mezzo, e così fece.
“Ciao, sono quello del treno. Mi chiamo Stefano. Anche a te piace Carver?”.
Che messaggio insulso. Ma la giornata di lavoro, in ospedale, era stata massacrante come tutte quelle dell’ultimo mese, e nemmeno dopo la doccia, stravaccato sul divano in attesa che la pizza si scaldasse nel forno, birra in mano, era riuscito a ritrovare la freschezza mentale necessaria per concepire qualcosa di più pregnante. Colpa anche della birra, si disse, che aveva bevuto quasi d’un fiato ed era scura, troppo alcolica.
La risposta di lei arrivò dopo una manciata di minuti, proprio quando il forno aveva preso a scampanellare per avvisarlo che la pizza era calda.
“Lo adoro. Io mi chiamo Linda”.
Chattarono per tutta la sera.
Non parlarono del virus, perché il virus ormai era la normalità, e sulla normalità non c’era nulla da dire.
Si raccontarono gran parte delle proprie vite, che non erano propriamente da romanzo, e forse nemmeno da racconto.
Lui, ventiquattro anni, laurea in infermieristica servita allo scopo, infermiere nel principale ospedale cittadino; casa in un paesino sulle colline, ereditata dai genitori morti quattro anni prima in un incidente stradale, mezz’ora di treno dal capoluogo (lui viaggiava sempre in treno, odiava l’auto); single (da sempre, ma questo quella prima sera a lei non lo disse).
Lei, ventidue anni, diploma in un istituto tecnico economico mai servito, commessa in un supermercato della periferia cittadina; ancora a casa dei suoi, in un paese né grande né piccolo, a dieci minuti di auto dal capoluogo (lei viaggiava sempre in auto, quella mattina aveva preso il treno solo perché l’auto era dal meccanico); single (anche se il suo ex, appena mollato, doveva farsene ancora una ragione, ma questo quella prima sera a lui non lo disse).
Poiché le proprie esistenze rattristavano entrambi e temevano potessero rattristare pure l’altro, decisero di lasciarle perdere subito e di parlare di libri. Scoprirono di avere gusti letterari molto simili, ma non identici. Si scambiarono consigli di lettura che entrambi trovarono interessanti e preziosissimi. Si dissero che avrebbero immediatamente fatto ordini alla loro libreria cittadina preferita, e scoprirono che era la stessa.
A mezzanotte erano già innamorati.
Ma non se lo dissero.
Fine della prima puntata
La seconda verrà pubblicata il 6 novembre 2021