“L’agnello” di Mario Piredda (2019)
Un film che racconta un dramma familiare senza perdere il sorriso né la tenerezza
In un’area della Sardegna sottoposta alle servitù militari, la sedicenne Anita non ha più la madre, morta di leucemia. Anche il padre si è ammalato dello stesso male e ha bisogno di un trapianto di midollo osseo. Né lei né il nonno paterno sono compatibili e in assenza di un donatore la situazione rischia di peggiorare. Non resta che andare a cercare lo zio Gaetano, che da anni non parla più con il fratello per un rancore che non sembra potersi estinguere.
Perché vederlo
Perché dimostra che, quando si parla di legami familiari, anche il cinema italiano può dire la sua senza buttare tutto in caciara o cedere al sentimentalismo più insipido. Perché c’è una Sardegna come raramente s’è vista, con la neve, algida, fotografata come fosse l’Islanda, lontana anni luce dalle spiagge da cartolina. Perché, fra una masseria e un gregge di pecore, vi si denuncia l’occupazione militare tossica di un territorio abitato da agnelli sacrificali che han solo dato, ricevendo in cambio malattia e morte. Perché la protagonista, interpretata da un’attrice esordiente dalla spontaneità e credibilità eccezionali, ha ancora la forza di ribellarsi all’indifferenza e all’egoismo che la circondano. Perché, nonostante il dramma, i personaggi, e con loro lo spettatore, trovano la forza di sorridere, anche mentre lacrimano, come quando la protagonista dice al padre: “Se muori mi offendo, non ti parlo più”. Perché le scene con l’agnello, prive di ogni retorica, sono di una tenerezza rara e poetica.
Dove vederlo
Noleggiatelo sulle piattaforme streaming. Oppure acquistatelo su supporto fisico o prendetelo in prestito dalla vostra biblioteca, come abbiamo fatto noi.
Grazie, lo cerco!
Grazie mille, voglio vederlo <3