Seconda puntata di tre
Roma, 25 gennaio 2022, ore 20:02
“I terroristi che hanno dirottato l’aereo sono Marcello Nigro, 25 anni, italiano, e Nabil Mansour, 24, egiziano, entrambi studenti dell’università di Bologna.
“I due si trovano ancora a bordo del Boeing 737-800 che hanno costretto ad atterrare a Gaza questa mattina alle 11.14 ore italiane.
“Subito dopo l’atterraggio, si sono fatti consegnare a bordo del velivolo cibo e armi dalle autorità palestinesi, e solo a quel punto hanno disinnescato la bomba e rilasciato gli otto membri dell’equipaggio e tutti i passeggeri, tranne i quarantacinque di nazionalità egiziana.
“Dopodiché hanno fatto al Cairo le loro richieste, da esaudire immediatamente e senza possibilità di trattativa: imbarcare su un aereo per Roma Patrick Zaki, anch’egli studente dell’università di Bologna, trattenuto in Egitto dal 7 febbraio 2020, e con lui mandare in Italia pure i quattro militari accusati della morte di Giulio Regeni, affinché possano essere finalmente processati dalla giustizia italiana. Se il governo egiziano si rifiuterà di fare quanto richiesto, i due terroristi uccideranno uno dopo l’altro i quarantacinque ostaggi, a partire dalla mezzanotte di oggi. Uno ogni sei ore.
“Il Cairo ha già dichiarato che non cederà mai al ricatto, mentre unanime è arrivata la condanna dell’azione terroristica da parte della comunità internazionale. A partire dal governo italiano, che ha invitato Nigro e Mansour ad arrendersi immediatamente, in cambio della garanzia di essere processati in Italia. Alla condanna si sono unite anche le autorità palestinesi, che hanno respinto le accuse di collusione con i terroristi e si sono dichiarate assolutamente estranee all’azione della brigata Giulio Regeni”.
Ramallah, nello stesso momento
- Parla chiaro, nel nome di Allah! Siete coinvolti o no?
Paonazzo, il Presidente incalzava al telefono il Fondamentalista.
- Non direttamente. Gli italiani sono rossi e i contatti con loro li hanno tenuti quelli del fronte popolare...
Il Presidente si mise le mani nei capelli. Fondamentalisti arabi e marxisti-leninisti uniti in un’azione terroristica contro l’Egitto, un vicino scomodo, ma da trattare sempre con un certo riguardo: le cose si mettevano male. Molto male.
- Non abbiamo già abbastanza grane in Palestina per farci carico anche di quelle altrui? - protestò.
- La repressione messa in atto dal boia egiziano ai danni dei fratelli musulmani non è affare altrui, Presidente, ma ci riguarda tutti.
- Ma cosa c’entra la repressione dei fratelli musulmani in Egitto con l’azione dei terroristi italiani?
- Chi lotta contro il nostro nemico, è nostro amico, Presidente.
- E cosa gli avete promesso, maledizione?
- L’atterraggio a Gaza. Il cibo. Le armi. Assistenza, insomma.
- Era tutto programmato, quindi?
- Sì. Ma continui pure a negarlo. Non è importante quello che dice lei sotto i riflettori, se lo ricordi sempre, ma quello che facciamo noi nell’ombra.
Cairo, nello stesso momento
- Organizziamo un raid, Capo - disse il Militare, eccitato. - Andiamo a rompergli il culo. Come gli israeliani in Uganda nel ’76, contro i rossi.
Il Capo, di fronte a quella proposta, si fece paonazzo.
- Come cazzo devo dirtelo che su quell’aereo c’è anche mia nipote? La mia Karimah! E quei terroristi di merda lo sanno, ne sono sicuro! Capisci cosa significa o sai solo giocare alla guerra, porca puttana?
Il Militare a quel punto chinò la testa e tacque, senza ribattere.
- Ogni azione di tipo bellico è esclusa categoricamente - tagliò corto il Capo. - Per mia nipote sarebbe troppo rischioso.
- E allora cosa facciamo? - domandò il Complice.
Il Capo chiuse gli occhi e rimase a riflettere per un lungo istante.
- Dobbiamo rafforzare le pressioni su Roma. Devono fare ai terroristi promesse più allettanti. Si sono limitati a garantire un processo in Italia, imbecilli che non sono altro... Da quando in qua promettere un processo può allettare un terrorista?
- Ma loro sono una democrazia vera, Capo - disse il Complice. - Hanno la separazione dei poteri. I processi sono regolari. E poi le loro carceri non sono mica come le nostre...
- Le carceri sono carceri, cazzo, non piacciono a nessuno, nemmeno quelle italiane! - tuonò il Capo. - Roma deve promettere ai terroristi qualcosa di meglio! Esci di qui e convincili a farlo, dannazione!
- Certamente - rispose ossequioso il Complice, facendo per alzarsi e andarsene.
- E poi, ovviamente, fatti garantire l’estradizione - aggiunse il Capo.
- L’estradizione?
- Certo. Pensi davvero che voglia fargliela passare liscia, a quei bastardi? Quando arriveranno in Italia, li faremo estradare. E allora sì che lo vedranno, che cos’è il carcere...
- Roma però potrebbe rifiutarsi…
- Non lo faranno. Troppi interessi in ballo. Hanno ingoiato la morte di Regeni, ingoieranno anche questo.
- Forse ha ragione.
- Certo che ho ragione!
- Per arrivare a un accordo con gli italiani, però, ci vorrà tempo, almeno un giorno o due.
- E con questo?
- I terroristi hanno detto che a breve inizieranno a uccidere gli ostaggi. Uno dopo l’altro, ogni sei ore.
- Beh, non sarà certo mia nipote che uccideranno per prima. Lei la terranno per dopo, i figli di cagna.
- Ma anche gli altri ostaggi sono cittadini egiziani... - buttò lì il Complice, timidamente.
Il Capo lo fulminò con lo sguardo.
- Poco male! Non sarà qualche morto in più sulla coscienza a levarmi il sonno, cazzo!
Gaza, 26 gennaio 2022, ore 00:07
Il portellone del Boeing 737-800 si aprì e il corpo senza vita di un uomo vi fu lanciato attraverso, atterrando con un tonfo sordo sull’asfalto crepato della pista, sette metri più giù.
In una tasca dell’abito indossato dal cadavere si trovava la carta d’identità di Rashid Gamal, 37 anni, cittadino egiziano.
Fine della seconda puntata
La terza verrà pubblicata il 1mo febbraio 2022