“Il regno” di Rodrigo Sorogoyen (2018)

Un film che inquadra lo stato putrescente in cui versa l’odierna rappresentanza politica

Manuel López-Vidal è un vicesegretario regionale di partito prossimo al salto verso la politica nazionale. Con i compagni gestisce un consolidato sistema di potere che mescola corruzione, favoritismi e benefit di lusso. Quando il giro di corruzione viene a galla e cominciano gli interrogatori, Manuel è lasciato solo sia dai capi di Madrid, sia dagli ex amici. Espulso dal "regno", braccato dalla stampa e indicato come principale responsabile dello scandalo, non esita a tentare ogni strada pur di salvare la reputazione e la sua stessa vita.

Perché vederlo

Perché inquadra lo stato putrescente in cui versa l’odierna rappresentanza politica meglio di ogni inchiesta giornalistica. Perché rende perfettamente l’idea di ciò che può accadere laddove sono tutti marci - non solo il sistema politico, ma anche quello economico e mediatico - e nessuno può scagliare la prima pietra, che però accidentalmente parte: una fittissima sassaiola, la guerra spietata di tutti contro tutti. Perché la trama del film - girato al ritmo martellante di una colonna sonora adrenalinica, con gli stilemi esatti del genere - è un susseguirsi vertiginoso di ricatti e tradimenti sempre più pesanti, fino all’ultimo, in diretta televisiva, fra il politico corrotto che vuol passare per pentito e la giornalista asservita che vuol passare per paladina; un duello memorabile che da solo vale la visione, anche se lo sparo alla fine non c’è, perché la vittima è già riversa a terra da un pezzo, esanime: colui che politici e giornalisti dovrebbero servire e invece frodano costantemente, e che non a caso in due ore di film non appare mai: il cittadino.

Dove vederlo

Noleggiatelo sulle piattaforme streaming. Oppure acquistatelo su supporto fisico o prendetelo in prestito dalla vostra biblioteca, come abbiamo fatto noi.

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