"Il destino non è un finale già scritto" di G. Genisi, M. Niro, L. Palmisano, V. Santini, A. Tamigio (2024)
Una raccolta di racconti che fa luce sugli invisibili, donne e uomini scomparsi perché scomodi, diversi o semplicemente ultimi
“Il destino non è un finale già scritto” è un progetto letterario del festival di cultura noir “Dora Nera”, organizzato dall’associazione Babelica di Torino: in occasione di ogni edizione, un gruppo di scrittori viene chiamato a scrivere un racconto noir centrato su una determinata tematica sociale: nel 2024 è stata scelta l’invisibilità. Quella di donne e uomini morti ammazzati o fatti sparire perché portatori sani di rivoluzione, matrici di resistenza civile o solo corpi in movimento nella speranza di un domani migliore.
Perché leggerlo
Non tanto perché ne facciamo parte anche noi (in illustre compagnia) quanto perché tutti e cinque i racconti riescono a farceli vedere davvero, gli invisibili: coloro che il potere e l’indifferenza dei più lasciano generalmente nel buio, grazie a questo libro finiscono dentro uno spiraglio di luce abbagliante. Perché ogni racconto ci riesce a suo modo: quello di Gabriella Genisi fa parlare l’amica del cuore di Barbara, una donna svanita nel nulla da quindici anni, colpevole solo di essere stata donna, di essere stata libera, di essere stata la moglie di un ‘ndranghetista; quello di Marco Niro fa un parallelo dall’esito sorprendente tra Tahira, ragazza migrante sulla rotta alpina, e i lupi che popolano i boschi dove è costretta a nascondersi, entrambi vittime di pregiudizi, entrambi mostri, entrambi nemici, entrambi odiati; quello di Leonardo Palmisano utilizza i metodi non convenzionali di un bandito e di un sicario per svelarci il destino di Hassan, un ragazzino scomparso, e parlarci così della tratta dei minori nel Mediterraneo, chiamando a risponderne i poteri forti di ogni livello; quello di Valentina Santini ci porta in Messico, facendoci seguire i passi di Mario, uno che gli invisibili li cerca per mestiere, uno che i morti - i desaparecidos fatti sparire dai narcos e dalle bande - li va a cercare letteralmente sotto terra; quello di Aurora Tamigio assume l’insolito punto di vista delle telecamere di sorveglianza di un cementificio siciliano per parlarci di Youssuf, un lavoratore che aveva il vizio di guardare dove gli altri non guardavano e di riprendere l’insicurezza sul lavoro col suo smartphone, uno che poi un giorno, mentre lavorava, è di colpo svanito nel nulla. Perché sono tutti quanti racconti di finzione ispirati a vicende e persone reali, tangibili, in carne, ossa e sangue. Perché, come dice il curatore della raccolta Piero Ferrante nella sua prefazione, “basterebbe guardarci attorno, forse addirittura bussare con le nocche alla porta dei nostri vicini di casa, per scoprire altri Youssuf, Mario o Hassan, altre Barbara e Tahira, cortocircuiti di un mondo che qualcun altro ha costruito sulla loro pelle”.
Dove comprarlo
Per acquistare il libro, potete scrivere direttamente all’associazione Babelica: info@babelica.it - piero@babelica.it. Il ricavato andrà a finanziare le attività di promozione sociale dell’associazione.
Alla grande!
Sempre attivi, voi :-)