"Il deserto dei Tartari" di Dino Buzzati (1940)
Un romanzo sull'inesorabile trascorrere del tempo che macina gli uomini
Guai se potesse vedere se stesso, come sarà un giorno, là dove la strada finisce, fermo sulla riva del mare di piombo, sotto un cielo grigio e uniforme e intorno né una casa né un uomo né un albero, neanche un filo d’erba, tutto così immemorabile da tempo
Giovanni Drogo, un sottotenente, viene mandato in una lontana fortezza. A nord della fortezza c'è il deserto da cui si attende un'invasione dei Tartari. Ma l'invasione, sempre annunciata, non avviene e l'addestramento, i turni di guardia, l'organizzazione militare, appaiono cerimoniali senza senso. Quando Drogo torna in città per una promozione, si accorge di aver perso ogni contatto con il mondo e che ormai la sua unica ragione di vita è l'inutile attesa del nemico.
Perché leggerlo
Perché è un romanzo sull’esistenza, sulla condizione umana, sull’inesorabile trascorrere del tempo, sul dramma beffardo che colpisce chi quell’inesorabilità non la comprende e prova a ignorarla. Perché, nonostante i suoi limiti e i suoi errori, il protagonista finisce per suscitare affetto e persino empatia. Perché, in fondo, Giovanni Drogo è un antieroe, che trova il coraggio, per quanto tardi, per quanto ormai macinato dal tempo in modo irrimediabile, di accettare la sconfitta e di sorriderle.
Dove comprarlo
Su Bookdealer, la piattaforma delle librerie indipendenti. O in una qualsiasi piccola libreria delle nostre città.
Una lacuna che ho da sempre, e che il vostro post mi sprona a colmare...
Romanzo che mi rapì completamente...