C'è chi soffre ancora e bisogna saperlo (1)
Una storia che sa di temi molto odiati, palloni cuciti a mano e oggetti fatti davvero bene
Prima puntata di due
Mi chiamo Abdul, ho nove anni già realizzati e con questo tema molto odiato narrerò come vanno le mie giornate. Mica ne avevo volontà, ma la maestra ce lo ha chiesto e devo costringermi altrimenti conseguo brutti voti e allora poi li senti Sonia e Paolo, le due brave persone che tanti anni fa, tipo tre o quattro, mi hanno preso in dono per eccesso di bontà e così sono andato a vivere con loro e Sparo, il loro gatto tutto bianco. Gli voglio tanto bene tranne quando hanno le crisi di rabbia con me e allora gliene voglio di meno, tranne a Sparo che gli voglio tanto bene sempre anche se mi salta addosso per giocare ma è la sua natura e non può farci niente.
Per avviare il discorso vi narrerò prima di tutto della colazione. Anzi, no, prima mi devo svegliare. Mi sveglio sempre senza sveglia, perché la sveglia non mi serve perché nella mia vita di prima, che non devo dimenticarmela mai perché c’è chi soffre ancora e bisogna saperlo, mi svegliavo sempre presto perché nella casa dove vivevo faceva tanto caldo soffocante e c’era tanta gente e non si riusciva a dormire bene anche se ero sempre stanco. Da Sonia e Paolo invece fa fresco e ho una stanza tutta mia che a volte penso che è troppo grande perché c’è chi soffre ancora e bisogna saperlo. Ci dormo sempre bene tranne quando sono svegliato dai loro lamenti, che all’inizio pensavo che stavano male ma poi Sonia mi ha spiegato che quei lamenti vogliono dire che lei e Paolo si vogliono bene ma a me mi svegliano lo stesso. Però succede solo qualche volta, di solito la domenica, che è il giorno che si potrebbe dormire di più e io proprio non capisco perché Sonia e Paolo si svegliano così presto per volersi bene. Non potrebbero volersi bene più tardi? Il Magico, il mio migliore amico insieme ad altri tre o quattro amici che ho, oltre ad alcuni nemici e tanti neutri e le femmine, mi ha detto che suo fratello gli ha detto che i miei genitori si svegliano così presto per non farsi sentire da me. Allora gli ho chiesto perché non dovrei sentire che si vogliono bene e lui mi ha detto che il suo fratello maggiore gli ha fatto vedere su internet delle persone che si volevano bene e se le vedevo anch’io lo capivo subito perché non volevano farsi sentire. Allora ho chiesto a Sonia se potevo vedere anch’io su internet le persone che si vogliono bene per comprendere meglio, perché bisogna sempre essere curiosi in tutto e voler comprendere le cose del mondo tutto attorno, ma lei mi ha detto di no e ha avuto una crisi di rabbia, ma non con me, col Magico, anzi con suo fratello e pure i suoi genitori, che io non l’ho mica capito cosa c’entravano, forse perché sono i suoi genitori veri e i genitori veri non vogliono bene ai loro figli come quelli che li prendono in dono per eccesso di bontà come hanno fatto Sonia e Paolo con me.
Dicevo la colazione. A me mi piace mangiare tutto perché sono abboccato bene e nella vita di prima mangiavo solo qualche volta, quando il mio padrone mi dava in dono il cibo per il lavoro che facevo di cucire tutto il giorno i palloni che poi lui li spediva per posta a Messi e Ronaldo e loro quando facevano gol e si esultavano era me che ringraziavano perché lo sapevano che li avevo cuciti io. Questo me lo garantiva il mio padrone quando non mi dava in dono il cibo e mi diceva che dovevo essere gioioso lo stesso anche se avevo fame perché il grazie di Messi e Ronaldo era più importante del cibo. Mi diceva anche che meno si mangia più si ama il cibo e così non si fanno sprechi, e infatti io mangiavo sempre tutto quello che mi dava e vuotavo la ciotola che non serviva nemmeno lavarla e infatti il mio padrone non la lavava. Mangiavo sempre riso e qualche volta quando mi vedeva troppo debole per lavorare allora il padrone mi donava anche dello zucchero ma succedeva solo in pochi casi di eccezionalità. Da Sonia e Paolo invece sulla tavola ci sono sempre tante cose multiformate e coloritissime. A colazione mangio tutto perché non si fanno sprechi, frutta, yogurt, cereali, marmellata, miele, fette biscottate, latte, biscotti, succhi, tutto, e Paolo all’inizio mi chiedeva dove mettevo tutta quella roba perché ero magrissimo, ora sono ingrassato di tanti etti e mi dice che non devo mangiare così tanto altrimenti divento come i palloni che cucivo e che il cibo non scappa, ma io mangio tutto lo stesso perché gli sprechi sono una cosa inascoltabile e questo si sa. Lo sa pure Sparo che vorrebbe sempre saltare sulla tavola mentre mangio per aiutarmi a concludere tutto, ma Paolo mi ha detto che devo farlo scendere perché Sparo ha il suo cibo fabbricato apposta e a me mi dispiace tanto perché nella mia vita di prima era normale mangiare con gli altri animali sulla tavola, mica bellissimi come Sparo ma brutti tipo topi e scarafaggi.
Dopo la colazione vado a scuola perché senza la scuola non si capisce niente e la gente ti mette i piedi in testa se sei ignorante e se non vado bene a scuola quando mi trasformerò in adulto è garantito che tornerò a essere uno schiavo come prima che infatti a scuola non ci andavo mica. La scuola disgusta quasi tutti i miei amici e anche i miei nemici e quelli neutri e le femmine. A me invece la scuola mi piace. Non riesco a comprendere con tutto me stesso perché agli altri non gli piace la scuola. Io la prendo in considerazione con tutta la mia attenzione possibile, perché la scuola mi sembra un oggetto fatto davvero bene. Nella mia vita di prima la mattina, e anche il pomeriggio e la sera a dire il vero, la passavo dentro alla fabbrica di palloni, un posto tutto rovinato, con i muri graffiati e ricadenti, si vedevano le pietre sotto la parete, era molto oscuro, stretto, e tutto il tempo c’era puzza di bagno come quando ti dimentichi di tirare l’acqua, anche se i bagni nemmeno c’erano e per farla si doveva uscire fuori, in mezzo a un campo di terra. Era difficile cucire i palloni dentro la fabbrica in quelle condizioni proibite, anche se io prendevo in considerazione il mio lavoro con tutta l’attenzione possibile perché se li cucivo male poi Messi e Ronaldo sbagliavano i tiri e non facevano gol e invece di esultarsi e ringraziarmi dicevano le bestemmie e mi maledivano dentro la tivù e tutto il mondo li poteva sentire leggendo le labbra. A scuola per fortuna non ci sono palloni da cucire, ne ho trovato qualcuno già cucito davvero molto bene nella palestra e lì siamo noi che abbiamo il privilegio molto grande di poterci giocare. A calcio io sono bravo sul serio modestamente, perché coi palloni ho molta conoscenza approfondita, e quando a scuola faccio gol allora mi esulto tantissimo e vorrei donare infinite grazie al bambino che ha cucito così bene il pallone che ho segnato, ma purtroppo non lo conosco.
A parte dentro la palestra, a scuola ci si riposa tanto e non si suda mai, e questo è davvero molto bello. Si sta seduti con comodità infinita a un banco personalizzato e ben fatto in una stanza molto gigantesca e luminosa che chiamano classe dove si sta davvero molto bene, che io proprio non capisco certi discorsi del Magico quando mi racconta che i suoi genitori si lamentano in continuo che la scuola cade in mille pezzi e va sempre in peggioramento, allora dovevano vedere la fabbrica dove cucivo i palloni io, gli dico. Dentro la classe si ascoltano a lungo le maestre, che parlano sempre tanto e io le ascolto con tutto me stesso perché sono tutte quante femmine adulte che si preoccupano di me come fa Sonia, e a me mi piace perché nella mia vita di prima non avevo una femmina adulta che si preoccupava di me ma solo il mio padrone che era un maschio molto adulto e aveva una voce forte e potente che non mi piaceva per niente, e si preoccupava più dei palloni che di me.
Le maestre mi vogliono un bene particolare perché dicono che ho fatto molta strada per migliorare le mie conoscenze approfondite perché ero partito molto indietro rispetto a tutti i miei compagni, gli amici, i nemici, i neutri e le femmine, e a dire il vero è proprio così perché il posto dove cucivo i palloni mi ha detto Paolo che ci vuole quasi un giorno intero dentro un aereo per arrivarci, anche se io non ho nessuna volontà di arrivarci ancora e non sono nostalgico per niente dei palloni che cucivo, della fabbrica e del mio vecchio padrone. A scuola mi piace tutto quello che esce dalle labbra delle maestre, tranne scrivere i temi che odio molto perché con l’italiano faccio ancora fatica ma è normale perché non è la mia lingua e questo si sa. Il mio materiale preferito è matematica anche se a quasi tutti provoca disgusto, ma io i numeri li conoscevo già nella mia vita di prima, perché dovevo contare il numero di palloni che cucivo, il numero di cuciture, il numero di ore che lavoravo, il numero di secondi che potevo andare in bagno e il numero di minuti che potevo mangiare quelle poche volte che avevo l’onore di ricevere in dono il cibo, e con tutti quei numeri che ho contato sono diventato molto forte in matematica anche se non sapevo che si chiamava matematica ed è solo a scuola che l’ho svelato.
Fine della prima puntata
La seconda verrà pubblicata il 28 settembre 2023
"La scuola mi sembra un oggetto fatto davvero bene": da scrivere alla lavagna! :-)
Per il tipo di scrittura mi ha ricordato il meraviglioso "La vita davanti a sé" di Romain Gary!