"Ariaferma" di Leonardo Di Costanzo (2021)
Un film che è un manifesto iconico del buon carcere e del buon cinema
Un carcere ormai in degrado sta per essere chiuso. Arriva però un contrordine: dodici detenuti ed alcuni agenti di polizia penitenziaria dovranno restarci un po' più a lungo degli altri perché la struttura che dovrebbe accogliere i detenuti non è al momento disponibile. Diventa quindi necessario gestire in modo nuovo il rapporto considerato che gran parte dell'edificio è ormai chiusa.
Perché vederlo
Perché all’inizio somiglia a un film carcerario americano, ma non è affatto un film carcerario americano. Perché non si spara un colpo, non evade nessuno, i detenuti non si ammazzano fra loro, né li ammazzano le guardie. Perché il carcere viene presentato per quello che è: un luogo alienante, irrazionale e disumano. E perché poi diventa quello che non è, ma dovrebbe essere: un luogo di redenzione, riscatto e persino solidarietà. Perché il regista usa gli spazi - vuoti dentro e desolati fuori - in modo magistrale, tanto quanto gli attori, magistrali anch’essi, tutti, a partire dai due forse migliori d’Italia: Toni Servillo e Silvio Orlando. E perché la loro lenta camminata finale, la guardia e il detenuto fianco a fianco, ripresi di spalle, è un manifesto iconico, al tempo stesso, del buon carcere e del buon cinema.
Dove vederlo
Noleggiatelo o acquistatelo sulle piattaforme streaming.
Sono d'accordissimo, un gran bel film
Prendo nota, adoro Silvio Orlando